di Furio Oldani
346 mila e 800 presenze, 63 mila e cento delle quali estere, provenienti da oltre 150 Paesi. Una massa umana confluita a Bologna fra il sei e il dieci Novembre scorsi per ammirare, toccare e in molti casi anche comprare gli oltre 60 mila prodotti fra macchine e componenti messi in bella mostra da oltre mille e 750 espositori. Dati certificati che confermano come l’esposizione bolognese della meccanica agricola sia un evento di riferimento a livello mondiale oltre che un momento di riflessione per fare il punto sui possibili sviluppi tecnologici della meccanizzazione agricola indipendentemente dalle situazioni di mercato. Queste ultime, nel caso specifico, non erano e non sono ancora in effetti particolarmente entusiasmanti causa una congiuntura economica sfavorevole, ma ciò nonostante i padiglioni non sono risultati carenti di novità, soprattutto se si accetta di considerare tali anche i mezzi già a listino ma soggetti a importanti upgrade e gli ampiamenti di gamma indotti da revisioni tecnico-prestazionali di macchine già sul mercato. La maggior parte dei costruttori di fatto ha preferito lavorare sul collaudato anziché lanciarsi in proposte concepite ex-novo, fermo restando però che su queste ultime non hanno lesinato nel momento in cui al business veniva privilegiata l’innovazione. Sotto questo aspetto si può affermare che nessuna altra edizione di Eima ha avanzato una mole di proposte innovative pari a quella messa in mostra quest’anno a Bologna, una serie di soluzioni meccatroniche e digitali che nel loro insieme hanno permesso di delineare senza ombra di dubbio gli sviluppi futuri del comparto.
Il futuro è nell’automazione
Le macchine agricole saranno in effetti sempre più automatizzate e autonome, operanti “H24” e pilotate in remoto da tecnici che potranno supervisionare sia il singolo cantiere sia intere flotte. La meccatronica sostituirà quindi la meccanica, la sensoristica si sostituirà all’uomo e l’informatica governerà il tutto, con buona pace di quanti inneggiano al ritorno di quei ruralismi d’antan che inquadravano l’agricoltore quale “contadino” perennemente gravato dalla fatica. Gli agricoltori del futuro in realtà saranno dei super professionisti in camice bianco cui spetterà il compito di sfamare miliardi di persone operando in termini di agricoltura e zootecnia industrializzate, ambiti che però non è ancora chiaro con quali vettori energetici dovranno confrontarsi. Se a livello di basse potenze, fino a 50 chilowatt, meno di 70 cavalli circa, e per le macchine impiegate a livello aziendale è in effetti scontato che i motori termici saranno sostituiti da quelli elettrici, lo stesso non è altrettanto sicuro quando si alzano le prestazioni richieste. Da qui la presenza in fiera di motori alimentati con una grande varietà di combustibili alternativi a quelli di derivazione fossile, ma senza che alcuno di loro sia inquadrabile quale alternativa al gasolio. Probabile quindi che questi non venga sostituito da un univo vettore, ma che ci si muova verso soluzioni differenziate ciascuna delle quali potrà essere abbracciata o meno a seconda delle condizioni che si creeranno al suo contorno e degli input socio-politici vigenti al momento. A Eima 2026 il compito di confermare o meno tale trend.
Titolo: Eima 2024, la fiera dell’innovazione
Autore: Redazione